POCHE RIGHE SULLA STORIA DEL PORTOGALLO
La regione corrispondente all'attuale Portogallo, fin da circa il 1000 a.C. abitata dalla popolazione iberica dei Lusitani, viene conquistata dai romani nel I secolo d.C. e divisa tra le province Baetica, Lusitania e Gallaecia.
A partire dai primi anni del V secolo ha inizio la penetrazione barbarica: in un primo tempo di germanici Vandali e Svevi e di sarmatici Alani, ed in seguito, di Visigoti. Questi ultimi, annientati gli Alani e spinti i Vandali verso il nordafrica danno vita ad un regno che occupa la maggior parte dell' Hispania romana fatta eccezione del quadrante nord-occidentale sono i Suebi ad insediarsi (vengono assimilati nel 585 al primo). Nel 713 viene portata a compimento la conquista arabo-berbera dell' intera penisola iberica (se si escludono le montuose aree nord-orientali in cui la resistenza visigota origina a quegli stati cristiani che diverranno i protagonisti della reconquista dei secoli successivi). Proprio nell' ambito del primo fra questi (il Regno delle Asturie, poi di Leon) viene costituita la prima contea del Portogallo dopo la conquista di Oporto (Portus Cale) nell' 848 (assorbita, però, nel 1071 nel Regno di Galizia la cui corona viene unita, l' anno successivo, a quelle di Leon e di Castiglia). Una seconda contea (con corte a Guimaraes, presto autonoma), viene concessa da Alfonso VI nel 1095 al genero Enrico di Borgogna. Sarà suo figlio Alfonso, dopo la vittoria sui mori ad Ourique nel 1139, ad elevarla a regno trasferendo la capitale a Coimbra. Del 1147 è, quindi, la presa di Lisbona (capitale dal 1255) mentre nel 1189 ha inizio la liberazione dello Algarve (completata solo nel 1249). Con la conquista nel 1415 di Ceuta da parte del primo re della casata di Aviz Giovanni I, ha inizio, grazie in particolare al figlio di questi, Enrico il Navigatore, l'espansione coloniale portoghese. Tale periodo d' oro (ben rappresentato dal regno di Emanuele I, del ramo cadetto di Aviz-Beja, 1495-1521, durante il quale, nel 1500, viene scoperto il Brasile), ha termine con la crisi di successione del 1580 che provoca la occupazione spagnola e la progressiva perdita del ruolo di predominio commerciale sui mari a favore degli olandesi. Solo nel 1640 la guerra di restaurazione portoghese assegna il trono a Giovanni (IV) di Braganza che riconquista la autonomia mentre del 1755 è il terribile terremoto di Lisbona. Nel 1807 la prima invasione napoleonica porta la corte a trasferirsi in Brasile (che diverrà regno nel 1815) dove resterà fino al 1821, ben oltre la fine della guerra di liberazione ispano-lusitana e la Restaurazione. La rivoluzione liberale di Porto del 1820 precede l' indipendenza del Brasile e la concessione della Costituzione del 1822 (sostituita nel 1834 al termine della guerra civile manuelina e dopo la reintronizzazione di Maria II). Quella di ottobre, invece, porta alla proclamazione della Repubblica (1910) che avrà, però, vita travagliata essendo scossa da un primo colpo di stato nel 1917 (la Republica Nova di Sidonio Pais, 1917-1918) e da un secondo nel 1926 che apre la via al regime di Antonio Salazar (l' Estado Novo, dal 1933). Rimasto fuori dal secondo conflitto mondiale, il Paese è impegnato a partire dal 1961 nella guerra di oltremare nel tentativo di preservare i residui domini coloniali che finirà, invece, per perdere in rapida successione creando così pure le condizioni per la cosidetta rivoluzione dei garofani del 1974 che depone Marcelo Caetano e riconduce sul sentiero della democrazia. E' membro della Comunità europea dal 1986. |