Debbo confessare che a suggerirmi Lisbona qual prima meta da proporre è stato, un poco per caso, un poco per maniacale attitudine alle associazioni interdisciplinari, un fumante piatto di baccalà accomodato. Se in molti luoghi d' Italia il consumo del merluzzo bianco, secco o salato, è parte ormai consolidata della tradizione alimentare (furono i veneziani a diffonderlo nel Quattrocento), è altrettanto noto come in Portogallo o bacalhau sia vero e proprio monumento gastronomico (al punto che la consuetudine vuole che vi esistano 365 ricette diverse per cucinarlo..... ). Ricordo come la conservazione di questo Gadide tramite essiccatura sia, nei Paesi del Nord, pratica dalle origini storiche (norvegese: stokkfisk, neerlandese antico: stocvisch cioè pesce-bastone) ma non è, forse, altrettanto noto il fatto che furono i pescatori vasconi i primi a sottoporlo al metodo di salatura da questi già utilizzato per la carne di quelle balene di cui eran abili cacciatori (fiammingo: kabeljaw). Non casuale, peraltro, fu la rapidissima penetrazione del prodotto nella penisola iberica: se per i vichinghi era stata ottima merce di scambio in tutto il Nord Europa, per i navigatori portoghesi fu soluzione ideale per risolvere i problemi di cambusa. Molto tempo dopo, quando il monopolio della pesca passò, non senza ostacoli, agli americani (Cape Cod non ha codesto nome per caso ...), il Portogallo rappresentò porta d' ingresso europea privilegiata per il prodotto e ciò incentivò ulteriormente il suo radicamento nelle abitudini alimentari locali. Oggi che, dopo il lungo periodo di pesca selvaggia degli anni settanta/ottanta, la specie è purtroppo a rischio, perchè non partire alla ricerca del merluzzo (quasi) perduto? Un motivo in più per visitar la capitale lusitana che è pronta ad attenderci.
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